Six Point Lead - Slowmotion

Quant'è difficile portare avanti un progetto musicale quando suonare in una band non è la tua principale occupazione ed i guadagni derivati non ti permenttono nemmeno di pagare le classiche bollette? Quesito superfluo soprattutto quano si ha a che fare con una fomrazione italiana che porta avanti questa passione con il solo scopo finale della soddisfazione personale, senza per questo perdere di vista il versante qualitativo che, comunque, non è mai secondario. Ed i torinesi Six Point Lead tutto questo lo sanno benissimo.....
Intervista raccolta da: Beppe "HM" Diana

Ciao Benny e benvenuto, partiamo subito con la notizia più fresca, ovvero l'abbandono congiunto della sezione ritmica....
Ciao e innanzitutto grazie a voi per lo spazio! Si la notizia è piuttosto fresca: abbiamo di recente ricomposto la line-up, inserendo un batterista di altissimo livello, a nostro parere uno dei migliori in assoluto nell'area di Torino, e un bassista che viene da molto, molto lontano...
Iniziamo ora la fase di ambientamento e a marzo sono previste le prime prove con loro. Questi arrivi daranno una nuova spinta al progetto, ne sono sicuro.

Da quello che ho potuto leggere nel vostro profilo personale, ho capito che state già lavorando ai brani che andranno a comporre la track list del successore di “Light Lies”, dico bene?
Diciamo che Sergio, che è l'anima della nostra musica, ci ha lavorato molto con il supporto di Alessandro. Nei mesi scorsi sono nate 7-8 tracce, che necessitano ora di un intervento importante da parte mia che sono il cantante.
Sicuramente l'aver ricomposto la line-up darà una nuova spinta verso il completamento degli arrangiamenti, per fortuna non abbiamo nessuno che ci corra dietro.

Secondo te le nuovo composizioni seguiranno il suono tracciato dal vostro debutto oppure dobbiamo aspettarci ulteriori sviluppi sonori compositivi?
Essere rimasti in tre per molti mesi, peraltro tre ingegneri, ci ha spinti inevitabilmente verso un lavoro più 'a tavolino'. Questo ha portato a sfumature stilistiche un po diverse.
Una composizione che nasce in modo più premeditato ci ha per qualche motivo portati ad essere un po' più duri. Meno aperture vocali pulite, un po' di blast, qualche tecnicismo in più. E' comunque ancora presto in termini di arrangiamento per decifrare la direzione intrapresa.

Cosa significa per te suonare in una metal band? E’ una valvola di sfogo per mettere da parte le problematiche della vita quotidianità, oppure un semplice hobby/passione, come ce ne sono tante?E visto che ci siamo, che cosa vi spinge dopo tutto questo tempo a rimettervi in discussione ancora una volta?
Posso rispondere per me stesso, immagino che ognuno sia spinto da motivazioni leggermente diverse. Per me, a 35-anni-quasi-36, suonare in una band death metal significa portare avanti una passione che mi ha 'colpito' ormai quasi venti anni fa. Non ho mai voluto tentare di diventare un professionista perchè la mia strada è sempre stata un'altra, ma cerco comunque di affrontare la composizione e produzione di un disco in modo da ottenere un risultato di elevata qualità, che possa non sfigurare a fianco di prodotti più professionali. Dunque è innanzitutto una sfida. E' poi bello farlo assieme a dei veri amici, come nel nostro caso, dunque è anche un momento per stare assieme. Lo sfogo, la parte di divertimento, dovrebbe invece derivare dall'attività live che però è ridotta all'osso a causa di una scena a dir poco morente.

A tal uopo non posso fare a meno di chiederti qualcosa inerente alla situazione locale: è triste vedere a volte gruppi che fanno un buon lavoro e poi vengono in pratica ignorati. A Torino poi sembra che il problema si amplifichi, vuoi per la quasi mancanza di location, o per i preconcetti e conseguente indifferenza del pubblico…
E' incredibile come, dopo venti anni di attività, io non sappia rispondere al nocciolo di questa domanda. Sono state le cattive gestioni dei locali live ad ammazzare la scena, oppure la scena ha ammazzato i locali? I gestori per un paio di decenni hanno vissuto sulle spalle dei gruppi, senza offrire al pubblico, portato assurdamente dalla band anziché da una vera promozione pubblicitaria, altro che la prestazione della band stessa. I miei amici che pagano un locale per vedermi suonare, non male eh? Locali scadenti, con impianti scadenti, birra scadente e costosa. Non poteva durare. Oppure, si è trattato più semplicemente di un inevitabile calo di interesse verso questo genere, e dunque di vera e propria assenza di mercato per cui i locali non hanno potuto far altro che spendere poco in cambio di poco? Non so inoltre se ci sia stato un ricambio generazionale nel pubblico metallaro: i ventenni ascoltano metal? I concerti dei grandi artisti sono pieni soprattutto di quarantenni e non è un buon segnale. Sta di fatto che i posti decenti in cui suonare sono davvero pochi e il più delle volte sono mezzi vuoti. Ciò nonostante riuscire a suonarci resta comunque un'impresa basata sul leccare il culo al titolare, come venti anni fa. E' tutto sbagliato su questo fronte, noi suoniamo pochissimo dal vivo non a caso.

Parliamo dell'argomento scottante del download e del peer-to-peer. I pareri sono contrastanti, c'e' chi parla di danno alla musica , c'e' chi ne esalta le qualità “promozionali”....
Sfondi una porta aperta, io sono molto radicale su questo. L'industria musicale si lamenta dei mancati introiti ma sono 20 anni che propone merda. Video killed the radio star, è una grande verità; il peer-to-peer invece è una scusa: la pirateria è sempre esistita. Io ho un fratello ed una sorella più grandi e mi ricordo perfettamente le file di audiocassette duplicate sullo scaffale. Il 90% della musica in casa mia nel 1984 era pirata. Però tutti i vinili dei Queen e degli AC/DC erano originali, così come oggi sono originali i DVD degli At The Gates anche se l'hard disk è pieno zeppo di mp3. Il punto è: se qualche giovane artista pensa che fra lui e il successo si interponga il peer-to-peer, forse è semplicemente un babbeo che non ha capito come funziona. Per quel che riguarda la mia musica invece, ognuno la scarichi da dove gli pare, il mio stipendio non arriva certo da quello. L'importante per me è che si diffonda il nome e la musica. Un buon motivo per pagare un CD dei Six-Point Lead è invece il booklet, che onestamente è una mezza opera d'arte di Sergio Costa.

A parte la realizzazione del nuovo disco, avete fissato degli obbiettivi da raggiungere in quest'anno solare?
Indubbiamente la fase critica e lunga sarà l'inserimento dei nuovi componenti, riprendere a fare delle prove, imparare con loro i brani vecchi e nuovi, ricostruire una scaletta e poi riprendere un'attività live. Se saremo molto bravi, tutto sarà pronto per l'autunno, (per poi ri-scoprire che non ci sono i locali, ma l'importante è la strada, non la meta).

Ok Benny siamo arrivati alla fine...
Che dire, grazie mille nuovamente per lo spazio. Chi ha letto con attenzione le mie parole, penso possa intravedere un approccio alla musica un po' diverso dal solito, in cui al centro non c'è l'idea di 'sfondare' quanto piuttosto il concetto di fare le cose per bene perchè è così che si fa', perchè il metal per noi è innanzitutto un vecchio amore. Spero che questo spinga alcuni a reperire la nostra musica, ascoltarla in quest'ottica e farci sapere cosa ne pensano dei nostri sforzi, magari tramite facebook o con un piccione viaggiatore.
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