Roberta Delaude - Morgana the Hurtful Witch


“Cercare di costruire il futuro senza conoscere il proprio passato, è come vivere una vita da sonnambuli”.
Una massima Zen per aprire quest’intervista storica con l'amica Roberta Delaude, che ritorna sulle nostre pagine per parlare degli inizi della sua carriera, partendo proprio dagli antipodi, dal periodo post Jester Beast per l’appunto, equivalso con la nascita degli oscuri Hurtdul Witch prima, e dei Morgana poi, formazioni che, nonostante le difficoltà oggettive di una scena musicale ancora troppo embrionale come quella italiana dei primi anni ottanta, hanno lasciato a testimonianza delle prove discografiche che sono diventate, con il tempo, dei veri e propri cimeli nelle collezioni di centinaia e centinaia di tape traders del vecchio continente, ma non solo.
Ed è per questo, e per mille altri motivi già citati in più occasioni, che il nome di quelle due formazioni vive nella memoria, e nel cuore, di chi ha vissuto quella splendida epoca in prima persona, magari non da protagonista assoluto, perché trincerato o in seconda linea, ma comunque sempre pronto ad evidenziare il loro operato come in occasione di quest'intervista faccia a faccia!!
Intervista raccolta da: Beppe "HM" Diana
Ciao Roberta e benvenuta sulle nostra pagine, partiamo subito facendo un salto nel passato di parecchi anni, dunque, non tutti sanno che all’inizio della tua carriera sei stata la vocalist dei Jester Beast, cosa ci puoi dire a riguardo? Sei arrivata dopo Milko e prima di Zapp, è così?
Credo fosse il 1983. All’epoca cantavo nei Damnath band capitanata dal povero Attilio Scalabrini e proprio con Milko alla voce e basso. Quest’ultimo ne uscì al mio ingresso.
Incontrammo Tony Lionetti e Fabrizio Francese dei Jester ad un nostro concerto. Qualche giorno dopo provammo con loro in una cantina di Via San Domenico.
E’ stata un’esperienza a dir poco esaltante! In pochissimo tempo divenimmo una band di culto. Ricordo un nostro live al teatro Agnelli con centinaia di kids che pogavano sotto il palco. Indimenticabile!

In che maniera ti allontanasti dalla band per formare gli Hurtful Witch? Solo voglia di un progetto che fosse tuo in ogni senso, o cosa? E visto che ci siamo, in che occasione conoscesti i tuoi compagini d’avventura come il mitico Zimbi o Max Careddu visto che ti eri portata dietro lo stesso Fabrizio Francese dalla band madre?
I Jester Beast divennero sempre più HC ed io sempre meno adatta a loro. Decisi d’andarmene e Fabrizio decise di seguirmi. Formammo Hurtul Witch con sonorità più Thrash/Black oriented. Questo è il vero motivo dello split, tutte le altre chiacchiere sono solo aria fritta.
Max e Zimbi giravano in P.zza Statuto con noi o comunque erano del giro di Rock’n’Folk. All’epoca era facile incontrarsi. Niente socials. Se volevi incontrare qualcuno dovevi muovere il culo e andare dove la gente si ritrovava per parlare di musica.

Capisco, toglimi una curiosità, ma è vero che le prove della band si facevano nella tua stanza e che casa Delaude era il vostro fortino generale?
Sono nata e vissuta fino a 20 anni a Torino quartiere Cavoretto Borgo Po. I miei genitori avevano una casa singola che aveva una mansarda dove avevo trasferito anche il mio letto. La mia stanza appunto.

Chissà i tuoi genitori com’erano contenti…
I miei genitori sono sempre state persone estremamente tolleranti e accettarono di buon grado le nostre rumorosissime prove.
Se mai non lo fossero stati, è probabile che mi avrebbero chiusa in convento!


L’unica testimonianza lasciata dalla band è il demo tape a tre tracce “Spectra”, quali sono i tuoi ricordi legati alle sessioni di registrazione di quel nastro? Ti saresti mai immaginata all’epoca che quelle tre composizioni sarebbero diventate nel tempo oggetto di collezionismo da parte di molti tape traders odierni?
Ricordo che ero talmente emozionata che, la voce sparì di colpo. Nessuno di noi aveva un’auto propria all’epoca così “prendemmo in prestito” la Mini nuova di mia madre per andare in studio. Auto che restituimmo ancora integra…credo…
No, non me lo sarei mai immaginato e ad essere onesta non riesco nemmeno a capirne il motivo. Probabilmente la presenza di una ragazza alla voce e l’immagine forte che avevo voluto per questo progetto, ha creato un’aura che ha resistito all’oblio che il tempo impone.

Si, hai ragione, anche perché come tu stessi hai ammesso, sei stata una fra le prime female singer in ambito heavy rock a registrare qualcosa di così pesante….
Sì, all’epoca ero davvero tra le pochissime al mondo.

Nastro che, comunque, vi permise, non solo di farvi apprezzare fra i fruitori di certe sonorità, ma vi portò a suonare come spalla dei metal gods Saxon….
Sì, il promoter italiano del loro tour era di Torino e ci scelse tra una pila di cassette demo proprio per suonare sul quel prestigiosissimo palco.

A proposito, si racconta che nel backstage del concerto lo stesso Biff Bifford rimase sconvolto dai fiori secchi che ti eri portata dietro, come mai?
Marci, erano fiori marci. Biff rimase alquanto colpito dalla ragazzina e lui ed il loro manager seguirono tutto il nostro live seduti su un case dietro al palco.
Il pubblico inizialmente ci fischiò come da prassi per tutte le band d’apertura. Mi voltai credo con uno sguardo che diceva “ok, addio, io me ne vado”.
Biff mi fece un cenno d’approvazione con la mano e io recuperai il mio coraggio. Dopo lo show andai da lui quasi in lacrime. Gli urlai in faccia: “ci hanno fischiato a sangue!!” . Lui si mise a ridere e mi raccontò che era successo anche a loro molte volte ma, non è un buon motivo per mollare.
Mi disse che ero brava ed il loro manager ci chiese di seguirli nel resto del tour italiano. Ero all’ultimo anno di Liceo…mio padre mi avrebbe uccisa..dissi no. Rimpiangerò questa grande opportunità per sempre.



Come si consumò lo split della band? Solo divergenze artistiche, o c’era dell’altro?
No, mi ero semplicemente stancata di questo progetto.

Dimmi la verità, all’epoca sembrava che i Morgana fossero incentrati più sulla tua figura che sul resto della band, fu solo una trovata artistica?
Com’è che si dice?
Tira più un pelo di……….che un carro trainato da buoi…Sto scherzando ma, non sono poi così distante dalla verità.
Era l’epoca della varie Lita Ford, Doro, Lee Aaron e il trend da seguire almeno nell’immagine ero quello. Comunque avevamo anche i contenuti oltre la forma, e questo pagò molto bene.

Cosa ci puoi raccontare del periodo “Welcome in the dark”?
Un periodo molto produttivo a livello compositivo ma, ci è mancato il contatto con il pubblico. Non suonavamo molto dal vivo e temo sia stato il motivo della breve vita di questa formazione.

Il successivo ep omonimo è tutt’ora uno dei pezzi più pregiati del mercato ebay, domanda, te ne sono rimaste mica delle copie a casa?
Solo la mia copia. Ad averlo saputo…è stato valutato fino a 1.600,00 €…incredibile.

Quindi fu anche per questo che il successivo “Lady winter” arrivò in forma self produced?

No, no.. Lady Winter è un bootleg messo fuori da qualche appassionato negli States. Sembra originale perché è molto curato ma, non lo è.

Curiosità delle curiosità, è una leggenda metropolitana, o corrisponde a verità di un tuo ipotetico viaggio in terra di Germania con tanto di proposta indecente e consorte in lacrime?
No, è la verità. Questo tizio aveva una casa di produzioni e mi disse di essere interessato a produrre un mio album.
Andai ad Hannover. Mi venne a prendere all’aeroporto la sua compagna. Mi accompagnò negli studi dove feci una lunga anticamera.
Ad un certo momento il fantomatico produttore si presentò e mi disse che, era molto occupato e ci saremmo visti il giorno seguente.
La sua compagna mi portò in un bel ristorante e tra le lacrime mi spiegò che, lui era sì un produttore musicale ma la sua attività principale era il porno.
Mi disse che lui si era “innamorato” di me vedendomi su dei magazine tedeschi.
Mi sembrò una follia totale. Il giorno dopo incontrai questo produttore. Mi disse che ero molto bella e sexy (avevo 22 anni) e voleva assolutamente farmi posare nuda per un giornale per soli uomini. Dissi che ci avrei pensato…balle!
La notte stessa presi, in maniera alquanto roccambolesca, un volo per Torino. Tempo dopo ero a Berlino.
Accesi la tv e c’era un documentario sul mercato del porno in Germania e chi rivedo?
Proprio lui! Era uno dei più importanti produttori del genere!!
Mi sa che quello di tutto voleva farmi fare meno che cantare.




Quindi il master di Two faces è tuo, dico bene? Non ti viene rabbia nel sapere che sti crucchi delle balle, ti han fregato qualcosa per il quale avevi speso ben più di qualche centinaio di vecchi marchi?
Credimi: li ho ripagati con la stessa moneta. Chi la fa, l’aspetti.
Si sono presi ciò che è mio ed io sono stata abbastanza scaltra per prendermi la mia rivincita.

Capisco, quindi, cosa succede dopo la rottura del deal ed il tuo successivo ritorno in patria?
Ero stanca di combattere, stanca di delusioni e porte in faccia e decisi semplicemente di scomparire.

Quindi con la vita coniugale, credevi di aver deposto le armi per sempre, ma il fuoco covava sotto la cenere, è così?
Conobbi un bel ragazzo, ci innamorammo e siamo vissuti felici e contenti fino al divorzio.
Non ho mai dimenticato la mia passione per la musica ma, avevo bisogno d’altro o forse in quel momento non avevo nulla da dare.
Nel 2009 un piccolo sconvolgimento emotivo, mi ha aiutata a ricordare chi sono e a ricominciare. Avevo fatte pace con me stessa ed ero pronta a ripartire.

So che negli anni molti hanno tentato di riportati dietro un microfono, mi ricordo di un discografico piemontese che avrebbe fatto carte false per averti nel suo roster, ed invece….
Sì ma, non si concretizzò per motivi economici. Peccato.

Quindi “Three years of madness” è un lavoro ufficiale? Sei stata chiamata in causa per la realizzazione del cd?
Sì, lo è. Ovviamente mi fu chiesto il permesso alla pubblicazione e scrissi io quella specie di “lettera aperta” ai miei fans.
Non mi occupai d’altro. La LM e la Andromeda Relix si occuparono di tutto splendidamente. A loro va il mio grazie.

Quant’è stato difficile rimanere lontano dalle scene per tutto questo tempo? Se ti guardi alle spalle pensi di avere qualche rimpianto? Nel bene o nel male rifaresti tutto d’accapo?
Tantissimi…avrei dovuto perseverare ma, ero disillusa e..non lo so…forse non era il mio momento. Forse lo era ed io non sono stata capace di approfittarne.
Farei le stesse cose, gli stessi errori perché in quel momento era quello che sentivo di dover fare. Non ci sono azioni o decisioni sbagliate.
Quello che facciamo, riflette ciò che siamo in quel momento.

Prima di concludere, qual’era l’aria che si respirava a Torino negli anni ’80?
Si respirava la Gloria di Satana of course!! Sto scherzando..un’aria piena di promesse al 99% disilluse e grandi talenti al 99% sprecati.. Torino è speciale.

Ok Roberta, ti ringrazio, a te le parole finali!!!
Grazie ancora per avermi ospitata e venitemi a trovare sul mio sito ufficiale.
Vi bacio.
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