Gli Highlord sono tornati!!! Si,
potrebbero bastare solamente queste poche parole per salutare il come
back ufficiale della compagine torinese in questione, che ripresenta
ai nastri di partenza più convinta e desiderosa che mai, pronta a
tuffarsi a testa bassa nella mischia con la consapevolezza, questa
si, che nulla, per fortuna, è andato perso per sempre nonostante i
tumulti che si sono verificati all’interno della line up ufficiale
negli ultimi mesi. E se la determinazione e la sagacia sono quelle di
sempre, il versante compositivo attorno al quale si fomenta il nuovo
“Hinc Sunt Leones”, potrebbe benissimo rilanciare le quotazioni
dei nostri in ambito prettamente classico e non solo, che sia questa
la volta buona? Lo chiediamo al singer Andy Marchisio.
Intervista raccolta da: Beppe "HM" Diana
Ciao Andy, e grazie per il tempo che ci stai volendo dedicare. Prima di ogni cosa, volevo chiederti se potevi togliermi una curiosità, “Hic Sunt Leones” è un titolo che si presta a diversi significati:
1) qui ci sono i leoni, perché le
pecore hanno preferito lasciare la baracca;
2) un'allusione al Palio di Asti
(Rione Don Bosco);
3) il riferimento antico proprio
della parola che alludeva all'ignoto (riferimento sulle mappe di
navigazione).
A quale di questi significati è
correlato il vostro disco?
Ciao Beppe, e grazie a te per
la possibilità di farci conoscere anche ai lettori di Rock in
Canavese!
Il significato del titolo del
nostro ultimo lavoro è, solo ed esclusivamente, il terzo che hai
citato, cioè l’indicazione che i cartografi latini ponevano sui
confini, a significare che da certi punti in poi c’erano le terre
inesplorate, indicate metaforicamente come “Leones”. Il cd
infatti non è un vero e proprio concept, ma sviluppa attraverso i
suoi pezzi, in maniera più o meno evidente, il tema dell’ignoto,
che riguarda tutti gli aspetti della nostra vita. Ogni attimo che
viviamo è l’ultimo conosciuto, e tra un anno, un mese, un minuto,
potrebbe accadere qualunque cosa, nel bene o nel male; per questo
motivo, tutti gli aspetti della vita umana, alcuni dei quali sono
stati affrontati nei testi di HSL, hanno un aspetto di
indeterminatezza, che rende la nostra esistenza al contempo
meravigliosa, ma anche terrificante, a ben pensarci.
So che è difficile da spiegare a
parole, ma come avete fatto fronte all'abbandono di Stefano, da molti
ritenuto come il motore compositivo principale della band per molto
tempo? So che si è chiamato fuori da tutto e non lascia trapelare
più nessuna informazione, è veramente così?
Beh, ammetto che ci abbiamo
impiegato un momento per realizzare l’accaduto, e anche due per
ritornare a fare quadrato, ma la risposta, alla fine, è stata
semplice: purtroppo in quindici e più anni, le situazioni cambiano,
le persone anche, ed è giusto che chi non si sente più a suo agio
in una realtà faccia un passo indietro. Ne approfitto per
sottolineare il fatto che l’uscita di Stefano dalla band è stata
assolutamente spontanea, nessuno è mai stato “cacciato” dagli
Highlord. Per quanto riguarda che cosa faccia adesso, non saprei come
risponderti; non mi risulta che stia suonando con qualcuno
attualmente....
Quanto è stato difficile
rimettersi in carreggiata dopo questa ennesima botta? Avete mai
pensato ad abbandonare il timone di una barca che sembrava sempre più
in balia delle onde?
Onestamente, c’è stato un
attimo di forte sbandamento, ma devo dire che questo è rientrato
abbastanza velocemente, nel momento in cui ci siamo resi conto di
poter comunque andare avanti con sostituti più che all’altezza, ma
soprattutto quando abbiamo capito di avere ancora energie, entusiasmo
ed idee da profondere in questo progetto. Sarà una frase abusata, ma
quando dicono che tutto ciò che non uccide, fortifica, è
assolutamente vero, e la nostra situazione attuale ne è la prova
concreta.
Rispetto al precedente “The
Warning After”, il nuovo disco ha un suono più heavy ed
articolato, come se la band avesse optato ad un ritorno al passato;
in che modo siete riusciti ad incanalare la rabbia repressa che
sentivate dentro di voi?
In realtà i nuovi pezzi non
sono nati dopo aver deciso una “direzione” da seguire, anzi,
direi che il processo di composizione delle strutture dei brani è
stato molto istintivo e viscerale. Le differenze che si possono
cogliere nel mood generale dei pezzi, sono sicuramente dovute al
fatto che, se gli ultimi dischi erano stati scritti praticamente in
toto da Stefano a livello musicale, ora la parte del leone (…) l’ha
svolta il nostro bassista Max; ovvio, quindi, che si avverta una mano
compositiva differente.
L’altra grande differenza
rispetto al nostro passato relativamente recente, sta nel fatto che
questa volta tutti hanno potuto contribuire in fase di arrangiamento
e personalizzando le proprie parti, cosa che prima non avveniva.
Insomma, in HSL si sente sicuramente di più la band che suona!
Appunto, qual è stato l'apporto
dei nuovi arrivati all'interno del songwriting di “Hic Sunt
Leones”? Si sono calati nelle parti affidategli, o hanno messo del
loro?
Per quanto riguarda Francesco
Lombardo, che ha registrato buona parte delle ritmiche, tre dei pezzi
presenti nell’album sono in gran parte opera sua, mentre Marco
Malacarne, che lo ha sostituito in corsa, è l’autore di tutti gli
assoli di chitarra che puoi ascoltare. Per quanto riguarda il
tastierista Davide, purtroppo è arrivato a lavoro terminato, per cui
saremo costretti a pubblicare un altro lavoro per poter godere del
suo contributo, hahaha!
….sì, anche perché la chitarra
di Marco riesce ad incidere all'interno di ogni singola composizione.
Marco ha letteralmente salvato
la situazione: è entrato nel gruppo quando avevamo dei tempi
strettissimi per la consegna del lavoro finito, ed in poco tempo ha
concepito e registrato dieci assoli davvero straordinari per tecnica
ed idee. La sua personalità si sente eccome, e non vedo l’ora di
poter cominciare a lavorare anche sui suoi spunti per i nuovi brani!
Mi pare di capire che portare a
termine un album delle proporzioni di “H.S.L” abbia richiesto
ingenti sforzi e non solo economici: come ed in che modo siete
riusciti a far collimare i vostri impegni lavorativi con le
registrazioni del disco? Quanto è difficile per voi portare avanti
un progetto musicale quando suonare in una metal band non ti permette
nemmeno di pagare le classiche bollette?
In realtà, mai come questa
volta abbiamo avuto un modus operandi rilassato, nel senso che,
avendo registrato tutto negli MF Music Art Studio del nostro bassista
Max, abbiamo avuto la possibilità di registrare le nostre parti più
e più volte, ed anche molto più tempo per riascoltare le varie
tracce e modificarle se necessario. Questo, ovviamente, non è mai
stato possibile in uno studio di registrazione convenzionale, che la
band prenota per un determinato periodo di tempo, entro il quale i
lavori devono essere per forza terminati.
Il fatto di “giocare in casa”
ha logicamente permesso anche di abbattere molti costi, ed è ancora
più gratificante, visto che il cambio di modalità di registrazione
non ha coinciso con un calo tecnico del prodotto, anzi devo dire che
tutti noi siamo molto soddisfatti del sound di HSL, sul quale abbiamo
avuto l’ultima parola riguardo ad ogni dettaglio, invece di
affidarci ad un produttore esterno, affidando però di fatto anche il
nostro sound nelle sue mani.
Purtroppo nessuno di noi fa il
musicista di professione, abbiamo tutti dei lavori più o meno
canonici, per cui abbiamo scelto di lavorare al cd durante le serate
libere o in lunghi fine settimana, che diventavano dei veri e propri
tour de force di registrazione; personalmente non mi dispiace, rendo
meglio quando sono sotto pressione!
C’è stato un momento in cui
pensi che abbiate superato il vostro limite di sopportazione globale?
Quanto è stato divertente/snervante/gratificante, portare a termine
un’opera di questa portata? Ne è valsa la pena?
Aver avuto la possibilità di
lavorare con tempi più rilassati e distesi, se da un lato ha ridotto
lo “stress da deadline”, dall’altro ha imposto forse qualche
altra tensione, proprio dovuta al fatto che siamo stati i controllori
di noi stessi. Personalmente c’è stato qualche momento in cui mi
sono chiesto se avremmo mai finito questo lavoro, ma, a conti fatti,
credo si sia trattato solo di qualche attimo di smarrimento
personale, dovuto probabilmente ad una sorta di “ansia da
prestazione”, hahaha!
Tolti gli intoppi trovati lungo
il cammino, che, ribadisco, sono stati comunque di lieve entità,
direi che ne è valsa la pena eccome! Ci siamo rialzati da un momento
di confusione e di stasi tornando a comporre e registrando il primo
lavoro della nostra storia per il quale ogni decisione è stata presa
in seno alla band, in modo da poter accontentare tutti, e la qualità
del risultato è oggettiva. Non ripeterò il cliché secondo cui
l’ultimo cd prodotto da una band è il migliore della loro
carriera, ma HSL è senza dubbio quello di cui sono più orgoglioso!
Capisco, a mente fredda come
giudichi i brani che compongono il disco? Hai avuto modo di ascoltare
tutte le tracce con orecchio critico cercando di prendere le distanze
emotivamente parlando? Pensi che abbiate fatto un buon lavoro oppure,
potendo, cambieresti qualcosa?
Sì, ho riascoltato più volte
i brani durante la composizione, le registrazioni, le prove di mix e
quando il cd è finalmente stato ultimato: insomma, ormai me ne sono
quasi annoiato, hahaha! Scherzi a parte, ribadisco il fatto che sono
davvero orgoglioso del nostro nuovo lavoro, e sono convinto che
abbiamo dato e realizzato il nostro massimo; HSL è un cd fresco,
moderno, potente e melodico ma anche ragionato e ricercato, e
soprattutto, nonostante tutti gli incidenti di percorso, è fedele al
sound degli Highlord al 100%. Anche a mente fredda, sono convinto che
ci stiamo presentando al mondo con la nostra faccia migliore!
Come sono nate le collaborazioni
con gli artisti che hanno fatto da guest all'interno del disco? Siete
legati da un'amicizia telematica, o cosa?
Linnéa, la figlia di Thomas
Vikström dei Therion, era una vecchia conoscenza di Max, dopo un
tour di qualche tempo fa, ed è stato naturale contattarla per le
parti di voci femminile del nostro primo singolo “One World At A
Time”; Linnéa ci ha anche raggiunti in Italia per girare il video
(che potete guardare su YouTube), ed è stata davvero molto
professionale ed affabile. La sua performance sul pezzo è grandiosa,
e lei per prima era felicissima perché il pezzo sembrava scritto
apposta per il suo range vocale!
Apollo Papathanasio degli
Spiritual Beggars (ex Firewind) è stato contattato invece solo in
via telematica, e ci ha inviato le sue parti già terminate: su “Let
There Be Fire” le nostre voci, così diverse, contrastano in
maniera netta, ed era proprio questo lo scopo. Chiamare come ospite
un cantante che avesse una timbrica simile alla mia non avrebbe avuto
molto senso, per come la vedevamo noi, ed Apollo ha comunque
interpretato le sue parti in maniera eccelsa.
E il contratto che vi lega alla
storica Massacre Records? Mi sembra un approdo significativo per una
band storica come la vostra che da anni si sbatte nel circuito
underground, pensi possa rappresentare quell'ipotetico trampolino di
lancio verso la definitiva consacrazione?
È quello che speriamo! È
stato davvero galvanizzante ricevere la fiducia di un’etichetta di
una tale importanza e storicità; pensa che quando abbiamo firmato
per loro, i pezzi del nuovo cd erano già praticamente pronti, ma
loro non ci hanno fatto alcuna pressione. Hanno ascoltato i rough
mix, li hanno apprezzati molto, e ci hanno dato carta bianca per
proseguire. Dall’uscita del disco, qualche soddisfazione ce la
siamo già tolta, come presentarlo facendo da headliner allo storico
festival Rock Inn Somma; ora stiamo preparando un po’ di cose per
l’autunno, siamo tutti molto positivi!
Secondo te cos'ha veramente
frenato l'ascesa della band nell'olimpo dei grandi? E dire che di
album qualitativamente sopra la media ne avete pubblicati parecchi,
eppure...
Probabilmente, quando gli
Highlord si sono imposti nel circuito con “When The Aurora Falls…”
del 2000, avremmo avuto bisogno di una spinta ulteriore; qualunque
gruppo che abbia talento e scriva degli ottimi pezzi non avrà mai
comunque la forza di imporsi sul mercato, specie poi suonando metal
in Italia. Purtroppo questa spinta non c’è stata, non siamo sempre
stati presenti soprattutto in sede live a causa di vari cambi di
formazione (mentre invece discograficamente siamo riusciti ad
immettere sul mercato una nuova uscita ogni due o tre anni, una media
comunque ottima), e negli ultimi anni quello che è successo alla
scena lo sappiamo tutti.
Siamo anche consapevoli che con
“Hic Sunt Leones” si è aperto un capitolo totalmente nuovo, e
siamo tutti convinti che da questo momento in poi le cose non
potranno che migliorare, anzi, a costo di sembrare presuntuoso: un
po’ ce lo meriteremmo anche, no?
Cosa significa per te suonare in
una metal band? E’ una valvola di sfogo per mettere da parte le
problematiche della vita quotidiana, oppure un semplice
hobby/passione, come ce ne sono tante?E visto che ci siamo, che cosa
vi spinge dopo tutto questo tempo a rimettervi in discussione ancora
una volta?
Quali saranno le mosse principali
della band da qui a qualche mese? Pensi che riuscirete a suonare dal
vivo quest’inverno?
In questo caso posso parlare
solo per me, perché ognuno ti darebbe delle risposte diverse in
merito: cantare è ancora, dopo tanti anni, una delle cose che mi
fanno sentire meglio, se non quella che mi dà le sensazioni migliori
in assoluto, e il genere hard rock/heavy metal è quello in cui mi
esprimo al meglio, oltre ad essere la musica che ancora mi
appassiona. Per questo non mi fermo: non mi aspetto fama, soldi o
successo, ma il canto è quasi una necessità fisica, un bisogno che
nasce da dentro, e questa fiamma non si è mai spenta, anche se il
numero di anni da cui sono in attività iniziano ad essere numerosi!
Per parlare del gruppo, mi
riallaccerei a quanto detto prima: sentiamo ancora di avere tanto da
dire, per cui fermarsi ora sarebbe stato davvero stupido ed
insensato.
Per ora abbiamo confermata una
data al Dagda di Borgo Priolo (PV) il 17 settembre; si tratterà di
una serata speciale, con una bill davvero succulenta per chi ama il
power: infatti avremo l’onore di dividere il palco con Aeternal
Seprium, Aevum e Vision Divine! Invito tutti a venirci a trovare in
quell’occasione.
Per le altre date, ci sono
delle cose in ballo, ma preferisco non sbilanciarmi fino a quando non
avremo conferme definitive da locali e promoter.
Ok Andy siamo alla fine, ti lascio
campo libero...
Grazie ancora a te, Beppe, per
questa intervista, e a tutti i lettori di Rock In Canavese, oltre che
a tutti quelli che seguono gli Highlord, da tanti anni come da poco
tempo!
Ricordo a tutti i nostri
contatti “social”:
Questi erano doverosi, in
quanto tramite internet comunichiamo date ed attività varie:
premesso questo, vi invito a lasciare a casa smartphone, tablet e
rincoglioneria varia, e a venirci a vedere dal vivo, a bervi una
birra e sparare quattro cazzate con noi dopo i live: vi aspettiamo
tutti!
Stay High!!!
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